Francesco Gazzara è un compositore di musiche per il cinema e la tv dai
primi anni Novanta. Ha lavorato con registi del calibro di Ferrara,
Comencini e Del
Monte, la sua band Gazzara è una delle colonne
internazionali dell'acid-jazz, lounge e soul, mentre con The
Piano Room ha voluto omaggiare il suo amore per il rock colto
britannico, certo folk-prog e la musica di Canterbury. 2084 è il quarto titolo
di The Piano Room, dopo The
Piano Room (2006), Early
Morning (2007) e Breath
Feel (2009). Le tre tracce bonus contenute in 2084, in versione
pianistica come sono state scritte in origine, si riallacciano
proprio ai precedenti album The Piano Room.
«2084: The End Of The World di
Boulaem Sansal – che riprende 1984 di Orwell immaginandolo
in una distopica dittatura dello Stato Islamico – è stata una lettura recente,
lo stimolo per immaginarne una sorta di soundtrack prima ancora che Hollywood
faccia suo il tema ancora una volta. L’album 1984 dell'ex
Genesis Anthony Phillips è invece un riferimento costante, acquistato
in vinile poco dopo la sua uscita del 1981, da sempre un magnete tra le mie
orecchie e la strumentazione analogica dell’era pre-midi. L’idea di un disco
completamente elettronico nel sound ma ricco di contrappunto nel suo
corpus armonico melodico viene proprio da lì. A questo vanno aggiunti la mia
passione per le colonne sonore e il mio lavoro quotidiano
come autore di soundtrack per la tv e il cinema. In particolare, per
restare in tema di sonorità analogiche, lo stile di John Carpenter come
soundtracker proprio dei suoi film».
Letteratura, musica, cinema. Tre aree del sapere
importanti per ogni compositore, ma che per Francesco Gazzara acquistano
un significato ancora più prezioso con l'uscita di 2084, il
nuovo album del suo progetto The Piano Room, stavolta incentrato -
come dichiarato dal tastierista romano - su 1984. A
settant'anni dall'uscita del capolavoro di George Orwell, con in mente
anche il libro dello scrittore algerino Boulaem Sansal e
il cult-album dell'ex chitarrista dei Genesis Anthony Phillips, The
Piano Room torna con un concept album strumentale, una
suggestiva suite in quattro tracce composta, arrangiata e
suonata dall'autore, che così ha omaggiato una lettura importante nella sua
formazione ma anche i risvolti musicali e cinematografici con
i quali è cresciuto e tuttora lavora.
Per comprendere il senso della nuova
avventura The Piano Room, è decisivo addentrarsi nelle fonti che
hanno offerto a Gazzara numerosi spunti compositivi in un album davvero
unico nel suo genere per premesse, contenuto e risultati. Dichiara
l'autore: «E' soprattutto l’impatto del cinema ispirato a 1984 che ha
lasciato il segno nella mia memoria: La Fuga di Logan di
Michael Anderson, Brazil di Terry Gilliam e lo
stesso Orwell 1984 di Michael Radford, o ancora L’Uomo
Che Fuggì Dal Futuro (THX 1138) di George Lucas fino al Blade
Runner di Ridley Scott, sono tutti esempi di arte assoluta – in
cui immagini e musica si combinano genialmente – scaturita da interpretazioni
del 1984 sempre ricche di dettagli diversi. Anche il rock ha
detto la sua in proposito e spesso è stata la musica a trasmettermi nella
maniera più diretta il messaggio orwelliano: 2112 dei
Rush, i due 1984 di Phillips e Rick Wakeman, Diamond
Dogs di David Bowie. Il fascino del capolavoro di Orwell si
rinnova in ogni epoca, dimostrando attualità assoluta. Come interpretare
proprio oggi la schiacciante presenza di un Grande Fratello informatico,
che raccoglie i nostri dati a tappeto rendendoci tutti sudditi con gli stessi
pochi diritti sempre più a rischio? A
cominciare da quello d’autore, per restare in tema».
Al centro di 2084 troviamo
un arsenale di tastiere dalle classiche sonorità dell’elettronica
vintage (sia analogica che digitale): Polymoog, Arp 2600, Arp
Odyssey, Prophet 5, Korg MS20, Mellotron, Hammond B3, pianoforte Yamaha CP80 e
la inconfondibile drum machine Roland CR-78 (la stessa usata
dai Genesis in Duke e da Phil Collins in In
The Air Tonight), gestito come una vera orchestra sinfonica ma, e in questo
sta un altro punto di forza del disco, partendo dal pianoforte. «La
scelta è caduta su una serie di synth analogici affiancati dal
Mellotron e dal mio inseparabile Hammond B3, con registri molto “prog” e
pedaliera dei bassi in piena evidenza. La caratteristica distopico-futuribile è
a sua volta sottolineata da qualcosa di più moderno, come i synth digitali
Reaktor e Sylenth. Eppure tutto ciò non tragga in inganno, The Piano Room è
ancora centrato sulla scrittura pianistica. Non a caso in tutta la
suite risuonano anche le note di un pianoforte particolare: l’elettroacustico
Yamaha CP80, vintage anche quello. Ho voluto assegnare le parti extra
pianistiche ai vari sintetizzatori analogici come se si trattasse di strumenti
di un’orchestra sinfonica, in base soprattutto alle caratteristiche
di coloratura del timbro, più o meno caldo, e alle frequenze esaltate nel
mix».
Info:
2084
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Gazzara:
Gazzara Plays Genesis: